Quanto sei leggibile? I parametri che regolano la leggibilità di un testo


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Quando parliamo di prodotti grafici, spesso tendiamo a sottovalutare l’importanza di un testo ben scritto e, in particolare, ben impaginato. Per essere efficace nel suo obiettivo di comunicazione, il testo infatti deve essere leggibile. Si può scegliere il supporto più adeguato, ma se il testo non è semplice da leggere, a partire prima di tutto dalla grafica, la comunicazione non riesce a raggiungere il destinatario, e quindi il suo scopo. Considerando l’ambito tipografico, esistono alcuni parametri che vengono presi a riferimento per regolare la leggibilità di un testo. 

 

La leggibilità di un testo: il kerning

Il termine inglese kerning indica italiano la crenatura, ovvero la riduzione dello spazio eccessivo tra coppie di caratteri. Viene utilizzato per rendere più gradevole l’accostamento dei caratteri e rendere più semplice la lettura. Una spaziatura costante infatti può creare problemi di comprensione ad una prima occhiata, come poteva capitare quando venivano utilizzate le macchine da scrivere, che avevano una spaziatura fissa. Il kerning può essere definito in modo automatico o manuale: in questo caso, si può utilizzare per definire lo spazio all’interno di una riga, con l’obiettivo di evitare scatti di lettura al lettore o errori di comprensione. Particolare attenzione si deve comunque dare all’attribuzione di valori troppo bassi al kerning, in quanto si rischia di sovrapporre le lettere. Una delle applicazioni più importanti del kerning si ha con testi giustificati, con parole molto lunghe. I software tendono a creare spazi ampi tra i caratteri, rendendo la lettura più difficoltosa.

 

La leggibilità di un testo: il tracking

Il parametro del tracking invece indica la spaziatura tra le lettere e le parole. Anche in questo caso, è bene fare attenzione al giusto bilanciamento del parametro per permettere di individuare in modo semplice e veloce l’inizio e la fine delle parole scritte, con una lettura fluida. Una regola generale indica che il tracking tra le parole deve essere maggiore dello spazio occupato dalla lettera “i” e minore di quello occupato dalla lettera “e”, tuttavia non si può dare un’indicazione universale. Ad esempio, le parole lunghe necessitano di un tracking maggiore rispetto a quelle corte, senza però che questo sia superiore all’interlinea.

 

La leggibilità di un testo: interlinea, giustezza, corpo

Tra i parametri più conosciuti c’è l’interlinea, che in tipografia indica lo spazio bianco posto tra una linea di testo e quella successiva. L’interlinea deve essere molto equilibrata, in quanto l’occhio deve scorrere con facilità da una riga all’altra. Con un’interlinea stretta, il lettore può avere difficoltà e perdere facilmente il segno, mentre se le righe sono troppo distanti si rischia di perdere il filo del discorso. In generale, l’interlinea non deve mai superare la misura utilizzata per il carattere. 

La giustezza è la larghezza di una riga di testo in una colonna ed è fondamentale per garantire la leggibilità. Un testo con larghezza eccessiva, rischia di rendere la lettura faticosa, mentre un testo troppo corto può affaticare la vista. Il corpo del carattere infine è la dimensione di una lettera, di un numero o di un segno di punteggiatura. Si misura in punti tipografici e anche qui vale la regola dei precedenti paramenti: l’equilibrio, che viene definito in base all’obiettivo di comunicazione, è tutto. Un corpo troppo piccolo non permette la lettura veloce e affatica la vista, un corpo troppo grande rischia di non far comprendere la parola.
 

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